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Consigli Musicali: la mia collezione in 144 album

March 2014

Il mio territorio musicale spazia fra canzoni d'autore, pop spensierato, indie-alternative, dream pop e chi più ne ha più ne metta, girovagando in un lungo viaggio alla ricerca continua di armonia e ispirazione.

 

L'era digitale non ha avuto nel mio caso forti ripercussioni sulla mia passione: continuo imperterrito a collezionare cd veri e propri, meticolosamente disposti in un ordine conosciuto solo dalle alte sfere divine. 

 

Potete qui curiosare nella mia libreria musicale, insultarmi per alcuni album comprati (si, ci sono anche cose di cui mi vergogno) oppure, ancora meglio, consigliarmene dei nuovi. Nel frattempo, cerco di tenere il tutto il più possibile aggiornato.

 

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La Grande Bellezza: Recensione

Asalati March 2014

A fianco di molti elogi giustamente spesi nei confronti de “la grande bellezza”, molte sono state anche le critiche arrivate, per lo più, diciamolo, dal pubblico italiano. Fra tutte, la più comune riguarda lo scarso ritmo della piccola, giudizio questo sintetizzato da un tanto lapidario quanto sbrigativo: “è un film noioso”. La realtà, se vogliamo dirla tutta, è che la grande bellezza non è né un film noioso, né tantomeno un film. O almeno, non nel modo “tradizionale” in cui tutti noi intendiamo il concetto di film: ossia un potente costrutto narrativo con uno o più protagonisti che, passando per alcuni avvenimenti particolari, procedono da un punto di partenza “A” verso un punto di arrivo “B”. 

 

Ne “la grande bellezza”, tanto per essere chiari, non vi è niente di tutto ciò: non c’è una precisa costruzione narrativa, non c’è un punto di partenza, non c’è un punto di arrivo, non c’è una chiara conclusione e soprattutto non c’è alla base del film una molteplicità di sfortune contro le quali il protagonista si imbatte per giungere felicemente al tanto agognato obiettivo. O meglio, le sfortune ci sono, ma vengono qui rappresentate più come limiti della natura umana da metabolizzare piuttosto che come insormontabili ostacoli da superare....

Musica e Film

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Interstellar: Recensione

Asalati March 2014

Uscito trionfatore dalla trilogia di un Batman rivisitato in chiave maestosamente filosofico-concettuale e depositate le armi vincenti del viaggio al confine tra sogni e realtà di inception, Nolan deve aver indugiato non poco prima di scegliere tema e sceneggiatura della sua nona fatica: spaccato tra ambizioni teleologiche e contorsioni logiche a là prestige, il regista britannico aveva infatti davanti a sé la tranquillizzante possibilità di riproporre un lavoro incentrato su quelle che sono le sue caratteristiche: intreccio rompicapo, personaggi ambigui, colpi di scena e  morale conclusiva.

 

La riproposizione di una formula vincente deve però essere suonata a Nolan come un’operazione non troppo originale che, oltre a interrompere il processo evolutivo della sua filmografia, l’avrebbe relegato definitivamente nell’affollato angolo della storia del cinema dove siedono i “buoni registi” senza troppa vocazione visionaria. Di fronte ai fantasmi della mediocrità, il regista britannico ha così voluto prendere in contromano la strada del successo, prendendo la decisione più rischiosa, alzando la posta in palio, e sfidando l’intera produzione cinematografica contemporanea.

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